Quella disumanità che ci porta a guardare gli altri da posizioni diverse nasce e si riversa sui ragazzi: la violenza che per loro chiamiamo #bullismo non ha radici altre che nell’uomo, lo stesso uomo che è capace di attivare pensieri profondamente rispettosi degli altri e di se stessi, del mondo comune che viviamo.
In mezzo cosa c’è?
C’è uno scarto, una fatica da fare: andare oltre la pancia, andare oltre la paura, mettersi in ascolto di se stessi, riconoscere le proprie emozioni, tutte. Parlarne, ascoltare, condividerle e poi produrre pensiero originale, che nasce da noi.
A volte anche con un video, a volte con tre come quelli che abbiamo realizzato con il progetto Bullout3viglio / Ciak si gira Attrezzi multimediali contro il bullismo con i ragazzi, con gli adulti che ci hanno messa la faccia, con i fotofumetti in produzione, con gli incontri dell’autunno.
Perché ciò che succede in mare, sulle nostre lontane coste e ciò che succede nelle nostre case passando per le strade, i monti, i fiumi che ci separano a noi gente di pianura dalle rive, parla delle stesse emozioni e risponde a logiche specularmente piccole e ignoranti, o grandi e profondamente umane.
A noi piacciono le seconde e ogni giorno ci occupiamo di creare le possibilità per farle crescere.
Anna Gatti (Associazione Metas)